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Fame Emotiva e Fallimento delle Diete: Come la Mente Influenza il Peso

Fame Emotiva e Fallimento delle Diete: Come la Mente Influenza il Peso

Introduzione

Nel mio lavoro quotidiano come personal trainer, mi capita spesso di incontrare persone che, pur desiderando migliorare il proprio corpo e il proprio benessere, sembrano ostacolate da dinamiche interiori complesse. Alcune di queste persone sospettano di avere un problema con il cibo, ma non sanno definirlo. Altre, invece, non ne sono affatto consapevoli. Eppure, i segnali ci sono: rifiutano di essere pesate, chiedono espressamente di non conoscere il proprio peso, mentono su ciò che mangiano o dichiarano di seguire la dieta del nutrizionista, senza però ottenere alcun miglioramento visibile. Questi comportamenti possono essere indizi di un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA).

Cos’è un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA)?

I Disturbi del Comportamento Alimentare sono condizioni psicopatologiche che riguardano l’alimentazione, ma che affondano le radici in vissuti emotivi, relazionali e cognitivi profondi. Non si tratta semplicemente di “mangiare troppo o troppo poco”, ma di un modo complesso attraverso cui la persona esprime disagio, controllo, vergogna o bisogno di protezione. Secondo il DSM-5 (American Psychiatric Association, 2013), i principali DCA includono:

  • Anoressia nervosa

  • Bulimia nervosa

  • Disturbo da alimentazione incontrollata (BED)

  • Altri disturbi specifici e non specifici dell’alimentazione

Queste condizioni hanno una natura multifattoriale: influenze genetiche, ambientali, familiari, culturali e personali concorrono alla loro insorgenza e mantenimento.

Fame emotiva e segnali da non ignorare

La fame emotiva è uno dei campanelli d’allarme più diffusi. Lavorando a stretto contatto con le persone in palestra, ho imparato a riconoscere alcuni segnali che possono suggerire la presenza di un DCA:

  • Evitamento del peso: rifiuto di salire sulla bilancia o richiesta di non sapere il proprio peso. Questo comportamento può nascondere una paura intensa del giudizio o della perdita di controllo.

  • Dichiarazioni incongruenti: la persona sostiene di seguire rigorosamente la dieta, ma i progressi fisici sono assenti o minimi. Questo può indicare una scarsa consapevolezza alimentare, oppure episodi di alimentazione incontrollata nascosti.

  • Menomissione della verità: alcuni individui mentono deliberatamente sulle proprie abitudini alimentari, minimizzando o omettendo episodi di abbuffate o restrizione.

  • Eccessiva focalizzazione sull’attività fisica: l’allenamento può diventare una forma di compensazione, non più finalizzato al benessere ma al controllo del peso o alla punizione dopo episodi di eccesso.

Il ruolo della vergogna e della negazione

Una caratteristica comune nelle persone che convivono con un DCA è la vergogna. Vergogna per non riuscire a controllarsi, per non corrispondere agli standard estetici, per sentirsi deboli. Questa vergogna può portare alla negazione del problema, oppure a costruire una narrazione falsa da offrire all’esterno, anche al proprio allenatore o nutrizionista. In tal senso, è fondamentale creare un ambiente accogliente, empatico e non giudicante.

L’importanza della relazione di fiducia

Come personal trainer, sono spesso uno dei primi interlocutori a cui le persone affidano il proprio corpo e i propri obiettivi. Questo mi impone una grande responsabilità: non solo quella di guidarle tecnicamente, ma anche di saper leggere tra le righe, di ascoltare ciò che non viene detto. Una relazione basata sulla fiducia può facilitare l’emersione del disagio, e diventare il primo passo per accompagnare la persona verso un aiuto psicologico più strutturato.

Quando chiedere aiuto per fame emotiva e disturbi alimentari

Se ti riconosci in alcuni dei comportamenti descritti, o se senti che il cibo ha assunto un potere troppo grande nella tua vita, potresti essere di fronte a un DCA. Non è necessario arrivare a condizioni gravi per chiedere aiuto: intervenire precocemente è spesso la chiave per uscirne più rapidamente. La terapia cognitivo-comportamentale (Fairburn, 2008) è attualmente uno dei trattamenti più efficaci per i DCA, poiché lavora sia sui pensieri disfunzionali che sui comportamenti alimentari alterati.

 

L’alimentazione non è solo una questione di calorie, nutrienti o allenamenti. Per molte persone, il cibo diventa linguaggio simbolico, contenitore emotivo, compensazione. Riconoscere un Disturbo del Comportamento Alimentare richiede coraggio, ma è il primo passo verso una vita più libera e consapevole.

Se lavori con un personal trainer o un nutrizionista, parlane apertamente. E se ti rendi conto che da solo non riesci, sappi che esistono professionisti pronti ad aiutarti.

Parola chiave: fame emotiva e fallimento delle diete

Fonti

  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.)

  • Fairburn, C. G. (2008). Cognitive Behavior Therapy and Eating Disorders. Guilford Press.

  • Treasure, J., Claudino, A. M., & Zucker, N. (2010). Eating disorders. The Lancet, 375(9714), 583-593.

  • Hay, P. et al. (2014). Evidence-based guidelines for the treatment of eating disorders: The role of the general practitioner. Australian Family Physician, 43(8), 552-556.

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